22 Settembre 2021

Diario Aperto - Paolo Cuciniello - Storie e Riflessioni

Di recente ho parlato con una persona a proposito del prendersi le paure degli altri. So che è possibile prendersi i peccati e pagarne il prezzo, ma non mi ero mai chiesto fino ad ora se era anche possibile prendersi le paure. La risposta è che non si può. In fondo nasciamo soli e moriamo soli. E non dico questo in senso negativo, bada bene. Lo dico nel senso e nel significato delle parole stesse. Nasciamo soli e moriamo soli. Nostra madre ci spinge facendoci uscire a prendere la prima boccata d’aria, si, e le scelte che facciamo e gli incidenti che incontriamo condizionano in che modo avremo l’ultima spinta per l’ultima boccata d’aria, si… ma per il resto, nasciamo soli e moriamo soli. È già tanto se qualcuno ci ha insegnato che è possibile pagare il prezzo e rimettere i peccati delle persone che amiamo, se davvero siamo pronti a fare di tutto per quello, ma detto e fatto ciò, poi, ognuno ha il suo percorso. Possiamo farci compagnia, possiamo farci e darci forza, possiamo amarci tantissimo nel durante, ma le paure degli altri non ce le possiamo prendere. Ognuno deve tremare. Ognuno deve piangere. Ognuno deve sentirla quella paura che ti toglie il fiato e ti toglie la speranza… quella paura che ti fa paura. Perché solo così poi si va avanti. Non dimentichiamoci che è la paura che ci ha fatto evolvere e raggiungere la forma che abbiamo adesso. Non fosse stato per la paura di morire di fame i nostri antenati non avrebbero cominciato a cacciare. Non fosse stato per la paura di essere uccisi durante la caccia i nostri antenati non sarebbero passati dai pugni alle frecce. Non fosse stato per la paura di essere conquistati, (e per l’infinita stupidità), l’uomo moderno non avrebbe creato e non continuerebbe a creare eserciti sempre più grandi e bombe sempre più potenti per “la difesa”. Non fosse stato per la paura della morte non avremmo preservato la vita e coltone il senso… non avremmo protetto chi amiamo. Anzi, nonostante questo, molti di noi quel senso neanche lo hanno ancora trovato e quella responsabilità di protezione nei confronti di chi amano neanche. Però sono sicuro che in fondo tutti sanno di doversi godere il sorriso di un figlio o di una madre finché dura, perché poi ad un tratto non dura più. Perché poi ad un tratto non è più. Non è paura quella? Quando poi ti ritrovi a pensarci, da solo, da sola… il figlio tuo… la madre tua… il padre tuo… il marito tuo… tutti andranno e resterai soltanto tu. O tu andrai prima e resteranno allora soltanto loro. Nasciamo soli e moriamo soli. Non possiamo prendercele le paure, né degli uni e né degli altri. Non possiamo prendercele ma possiamo condividerle perché in fondo se arriviamo e andiamo soli, nel percorso che è la vita invece, abbiamo la scelta di non esserlo (soli). Per cui faccio la scelta di non essere solo, ora, e di condividere con te e con tutti voi che una delle mie paure è pensare alle persone che amo morire nella paura. Che muoiano durante una lezione che avrei voluto avessero imparato almeno un attimo prima di chiudere gli occhi per sempre… caspita, di quello ho paura. Ma so che una volta chiusi gli occhi del corpo quelli dell’anima si riapriranno. E allora, magari, sapranno.

E tu? Di cosa hai paura?

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