9 Dicembre 2021

Diario Aperto - Paolo Cuciniello - Storie e Riflessioni

Ieri è uscito il mio nuovo libro. Neanche un giorno è passato ma sono già soddisfatto. I primi feedbacks sono stati molto positivi e questo non può che farmi contento. Certo, c’è ancora tanto da fare per mantenerlo sotto ai riflettori ora, specialmente perché non sono più la novità sui social, su internet… lontano. In un anno sono passato dall’avere un Nokia all’avere un IPhone, dall’essere un eremita sperduto al postare stories su Instagram delle spogliarelliste nei club. Non che prima non facessi quello che faccio ugualmente, ma sai com’è, questa gente solo se lo vede ci crede. Non la capirò mai! Così come, pensandoci, non capirò mai se la gente ci fa o ci è. E non lo sto dicendo in maniera presuntuosa o “giudiziosa”, no! Che sia chiaro. Ma davvero… Siamo diventati così superficiali e distratti che nemmeno “vedere” basta più per “credere” (volendo continuare ad utilizzare termini social). Dico questo, (anzi, penso questo), perché, nonostante non sia l’unico ad usare i miei canali, di tanto in tanto mi capita di vedere chi mi segue o chi meno, di dare un’occhiata a chi mi guarda le stories o no, a chi mi risponde e a chi è più presente in questo mio cammino ecc., per cui non capisco com’è possibile che dopo un anno c’è ancora qualcuno che mi chiede: “ah! Ma Perché scrivi? Non lo sapevo!” Come non lo sapevi? Se mi guardi sempre le stories e lì faccio lo scemo e mostro quello che faccio, proprio al fine di dirti che sto scrivendo! 

Per cui davvero, non so se la gente solo scorre il dito sul telefono come degli zombie in trans, solamente per perdere tempo, o se magari fa la “gnorri” (come si dice dalle mie parti), ovvero fa finta di non sapere perché pensa che in questo modo sia “più importante” di te. La risposta spero sia quest’ultima onestamente. Perché altrimenti siamo andati davvero troppo avanti… e non eravamo pronti.

Pensato ciò, ti ringrazio caro diario e ringrazio anche te, caro lettore… sia che tu sia uno di quelli più importante di me e sia che tu sia uno di quelli come noi… dopotutto ognuno fa il suo e ognuno c’ha i cazzi suoi.

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