9 Giugno 2022

Diario Aperto - Paolo Cuciniello - Storie e Riflessioni

Ho finalmente capito perché in questi giorni “passavo” ogni volta che arrivava il momento di scrivere. Non sono nell’equilibrio e nella condizione di farlo come lo ero prima, certo, ma quelli non sono gli unici motivi. C’è di più. Più volte ho avuto questa sensazione durante l’anno, questa sensazione di peso, di pressione addosso al pensiero della scrittura. Non era niente a che vedere con me. Era tutto riferito a un peso proveniente dall’esterno. Cosa voglio dire con questo.

In questo periodo, come sicuramente ho già anche detto in precedenza, sto riorganizzando le pagine di questo diario perché la data della pubblicazione si avvicina e con essa le scadenze. Agosto è dietro l’angolo e, nonostante la copertina dell’ebook sia ormai pronta, per preparare la versione cartacea c’è bisogno che fornisca all’azienda con cui sto collaborando informazioni sul formato da scegliere per la stampa, sulla dimensione, sulla quantità di pagine, ecc. ecc. Tutti tecnicismi che mi stanno portando, in un modo o nell’altro, ad una prima correzione e ad una prima “auto-valutazione” di quest’opera. 

Alcune pagine continuano a farmi piangere ogni volta che le rileggo. Altre continuano a farmi ridere. Altre a farmi sorridere. Altre a farmi viaggiare. Ma altre anche a farmi “storcere il naso” … perché sento che le ho ripetute più volte in più giorni. 

Per cui i dubbi arrivano.

Devo toglierle? Devo forse eliminarle? Devo forse tagliare le parti che sembrano uguali? 

I dubbi arrivano e con essi il pensiero che, forse, se scrivessi ancora, adesso, potrei ripetermi ancora, ora. E come risulterebbe ciò alla fine? Ripetitivo? Noioso? Da qui la voglia di non scrivere più. Da qui il “passo” ogni mattina quando apro il computer e questo diario.

Però sai stamattina cosa ti dico? 

Che non siamo forse tutti ripetitivi quando cadiamo sugli stessi errori? Non siamo forse tutti ripetitivi quando procrastiniamo? Quando ci facciamo promesse che poi rompiamo? Non lo siamo forse anche quando abbiamo bisogno di mangiare? Non mi sembra che se mangiamo tanto a colazione poi siamo a posto per tutto il resto della giornata. La fame prima o poi ritorna. Non mi sembra che una carezza stanca. O che un orgasmo una volta avuto non lo vogliamo più. Non mi sembra che smettiamo di dire “buongiorno” perché tanto lo abbiamo già detto ieri. Non mi sembra che smettiamo di leggere perché tanto sono sempre e comunque solo libri. Non mi sembra che smettiamo di parlare perché tanto le parole e le cose da dire sempre quelle sono. Non mi sembra che smettiamo di andare a scuola perché tanto le cose da imparare sono già tutte online. 

Allora perché dovrei smettere di scrivere soltanto perché un pensiero torna? Non torna forse anche a te un pensiero che avevi ieri? Non torna forse anche a te il sorriso per una cosa che ieri già ti dava il sorriso? 

Questa vita è un ciclo e chi non lo ha capito può ridarmi indietro il diario. Lo rimborso.

Perché chi ha occhi 
non ha bisogno di leggere.
Perché chi ha orecchi
non ha bisogno di ascoltare.
Perché chi ha occhi sa.
Perché chi ha orecchi sente.

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