Come Scrivere un Libro?

Come scrivere un libro?

Qualche mesetto fa avevo cominciato a registrare e a pubblicare dei video risposta alle domande che mi ponevate. Domande di qualunque tipo. Era divertente e cominciavo a prenderci gusto. Li pubblicavo su Instagram (che ora non ho più) e il riscontro fu davvero positivo. È allora che mi resi conto, ancora una volta, di quanto poi siamo tutti simili. Con le stesse domande, gli stessi dubbi, gli stessi problemi. A volte ce ne dimentichiamo ma davvero tutte le persone che incontriamo hanno paura di qualcosa, amano qualcosa e hanno perso qualcosa… come tecome me. E ci sarebbe così tanto da dire a riguardo e forse l’ho già fatto anche, ma non è quello di cui voglio parlare oggi. Oggi voglio proseguire con l’argomento “domande e risposte”, invece. Questo perché uno di voi mi ha chiesto: “Come scrivere un libro?” La domanda mi è piaciuta e direi che somiglia un po’ ad una di quelle domande da un milione di dollari, dico bene?

Come scrivere un libro?

Non credo ci sia solo una risposta corretta a questa domanda. Solo pensandoci ora, mentre siedo nel Parco Olimpico al Nord di Pechino, sotto a un grande albero che mi fa ombra, me ne vengono in mente due. Vediamo se riesco a esporle.  

  1. Per scrivere un libro devi aprirti e non devi avere paura di farlo. Che tu voglia scrivere con la testa (seguendo l’onda del momento, il genio, le statistiche che ti dicono di puntare sui vampiri piuttosto che sulle storie d’amore fantastiche a lieto fine, sulle cose erotiche che hai visto solo in finti porno con bravi attori, per fare più click) o che tu voglia scrivere con l’anima (non fregandotene un caz** delle statistiche, delle cover accattivanti, del trend, ma contando invece di come non ti fa sentire scrivere determinate cose e di come ti fa sentire non scriverne altre), in entrambi i casi devi aprire o l’una o l’altra; o la testa o l’anima. Non scrivi nulla se resti chiuso; se non segui quell’emozione, quella lucina, quella piccola idea che è ancora solo una scintilla. Non scrivi nulla se non cogli quel fiore uccidendolo…  non scrivi nulla se non è quello che davvero vuoi. Questo se vuoi scrivere un libro con le parole. Perché poi puoi scriverlo anche senza, restando in silenzio. Scrivendo nella vita delle persone ascoltandole invece che facendole leggere. Anche quella è arte. Anche quello è scrivere. E forse ancora più nobile.

Questa è la prima risposta che mi viene in mente.

  1. La seconda, invece, si può dire che sia quella “tecnica”. Quindi non: considerando lo scrivere un libro dal punto di vista di ciò che accade dentro di noi ma, considerando lo scrivere un libro per l’atto in sé. Per l’atto di sedersi e scrivere velocemente senza blocchi o senza “mancanze di voglia”. Innanzitutto, come prima cosa, per fare ciò ti dico:
    • togli le distrazioni di mezzo! È la cosa più importante senzadubbiamente. So che ai giorni d’oggi ci distraiamo da appena svegli e che stiamo sui social pure mentre ci stanno facendo del sesso orale, perché “dobbiamo registrarlo altrimenti non è reale”, ma quando scrivi, se vuoi scrivere, spegni il telefono. Spegni i social, chiudili. Spegni internet. Mutizza le email o le app che si aprono in automatico sul computer (se è lì che scrivi). Togli di mezzo persino la musica se pensi che non ti possa essere d’aiuto (questo credo sia soggettivo. Io personalmente preferisco scrivere senza musica ma conosco chi invece ascolta quella classica ad esempio, o quella elettronica, pensa! Musica senza parole comunque dicono che aiuti).
    • Stai comodo! Siedi comodo, scegli e sta’ in un ambiente comodo, rilassante. Inutile spremerti le meringi e “pushare” te stesso oltre il limite senza ragione se l’ambiente in cui sei non ti trasmette le giuste vibrazioni. Se ci sono rumori o lavori in corso o bimbi che piangono che in quel momento ti danno fastidio, chiudi tutto. Rimanda. Diventa frustrante e spiacevole l’esperienza in quel caso. Ti lascerà solo un brutto ricordo e molto probabilmente anche qualche traccia di sensi di colpa. Non stai comodo? Chiudi tutto. Con calma. È meglio così.
    • Altra cosa credo sia importante per scrivere un libro, se non sei un freestyler come me, è proporti degli obiettivi. Che siano settimanali o giornalieri, o persino “orari” (se è così che si dice), non ha importanza. Ma programmarsi in anticipo cosa, quanto e quando scrivere, con degli obiettivi chiari, può essere d’aiuto quando ci si sente bloccati. Un po’ come ci è d’aiuto un piano della giornata o una lista delle cose da fare (a proposito di programmarsi la giornata ne abbiamo parlato nelle pagine del diario del 25 Settembre e del 26 Settembre 2021. Lì trovi anche un esempio semplice di come farlo). Programmarsi la scrittura stabilendo un paragrafo al giorno o il tempo di scrittura, stabilendo due ore al mattino, non sembra ma possono fare la differenza nella tua esperienza di scrivere un libro. E una volta finito quell’obiettivo? Stop! Fermati. Non andare oltre. Domani riprenderai. Meglio fermarsi quando la luce è forte piuttosto che quando è finita del tutto. In questo modo anche la motivazione resta perché non la esauriamo nell’arco di una sola “seduta” e in più, abbiamo più tempo a disposizione per ricapitolare cosa abbiamo fatto fino a quel momento. Fidati, fare ciò è di grande aiuto quando ti senti perso e spaesato.
    • Scrivere ogni giorno. Esatto! Per scrivere un libro, o anche solo per automigliorarsi nella scrittura o per finire qualche opera a cui teniamo, serve scrivere ogni giorno. Anche solo una parola. Anche solo una frase. Anche solo un paragrafo. Cosi rendiamo lo scrivere una specie di routine della giornata ed entriamo in quell’ottica dello scrittore. Come quando decidiamo che dalle 19 alle 20 dobbiamo andare in palestra (diventando sportivi) o dopo cena a fare una passeggiata per digerire (diventando più salutari). Non deve essere una cosa fastidiosa, di disconforto, di pressione. Dev’essere una routine che deve darti, non toglierti. Prendi me ad esempio. Alle 4.30 ogni mattina mi sveglio e sta’ sicuro che prima di andare al lavoro alle 9.30, ho già scritto qualcosa. Che sia una pagina del Diario Aperto, che sia un nuovo articolo, che sia una nuova idea o una poesia o un messaggio, sta’ sicuro che l’ho fatto. Trova un tuo spazio della giornata. Un momento in cui, tornando a ciò che abbiamo detto prima, possiamo rendere ancora più facile il togliere le distrazioni di mezzo.

Poi cos’altro? Mmm.

Non credo mi venga altro in mente al momento. Anche perché, restando in tema, sono stato distratto e interrotto poco fa da una passante che si è fermato a parlare. Infatti quest’ultimo pezzo non lo sto scrivendo più dal Parco Olimpico ma dalla metro. Vedi com’è facile interrompere il flusso di un’idea? Fossi stato interrotto prima probabilmente non avrei neanche scritto questo articolo. Va’ seguita subito la luce finché c’è… perché poi svanisce. È così.

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