8 Ottobre 2021

Diario Aperto - Paolo Cuciniello - Storie e Riflessioni

Ogni volta che dico che ho visto il mondo e ho visto un cadavere, la gente resta disgustata e dice che sono troppo negativo. Ogni volta che dico che per me, il matrimonio e la famiglia, padre e madre e figlio, sorella e fratello, sono solo nomi comuni, perché poi dietro ci sono mondi che non appartengono gli uni agli altri se non lo si sceglie, la gente mi guarda male; indignata perché mi considera senza valori. E quasi mi guarda dispiaciuta per chi mi è attorno ed ha uno come me nella propria vita, così ingrato. La gente. Quella stessa gente che mette i propri figli contri perché li compara giocando/giudicando a chi ha la casa più grande o il salario più alto. Quella stessa gente che augura il divorzio alle figlie delle proprie sorelle perché i mariti di quelle figlie sono troppo buoni e aperti, e allora… quella stessa gente che gode quando perdi e rosica quando vinci. Quella stessa gente che ti odia dentro e ti accarezza fuori. Quella stessa gente che vive una bugia quando mi dice che sono troppo negativo mentre sorrido e dico la verità… la verità. La gente ha dimenticato cos’è. E sai cosa? Tanto per ridere fammi essere chiaro, caro diario. Perché ieri ho riso un po’ come quando ho riso quando ho sentito dire: “comprare il libro di uno che si chiama Cuciniello? Cuciniello è un nome del Sud, per cui sicuramente questo è uno che ruba. Ed io i soldi a uno che ruba non li dò di certo!”; te lo ricordi? Io sì. Infatti ieri è successa un po’ la stessa cosa….

Avevo scritto cos’è successo ma poi ho pensato che in questo modo gli si dà solo potere alla gente… chi ha capito da ciò che ho scritto prima, bene, altrimenti, meglio.

Ti racconto una storia però, che mi sta venendo in mente proprio adesso.

C’erano una volta, in una strada fuori dal centro cittadino, in una notte di pioggia, un maestro e un suo discepolo. Mentre si dirigevano verso il centro incontrano una donna “dai facili costumi”; una prostituta, che chiede ai due se le danno un “passaggio in spalla” perché altrimenti, in quella strada piena di fango, si sarebbe bagnata il vestito e le scarpe. Il maestro senza pensarci un istante la prende in braccio, la tiene stretta e la porta dall’altra parte della strada. La donna lo ringrazia e lo bacia, poi va via. Proseguendo nel loro cammino, a un certo punto il discepolo rompe il silenzio e dice: “Maestro! Non capisco! Un uomo tanto grato e puro come voi, così illustre! Perché avete preso quella donna di strada in braccio? Non capisco!”. Il maestro gli risponde: “ho lasciato quella donna due ore fa, tu ancora la stai portando addosso”.

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