11 Settembre 2021

Diario Aperto - Paolo Cuciniello - Storie e Riflessioni

11 Settembre. Che data. E non è di certo l’unica, ovvio, (e purtroppo), ma è una di quelle che ricordo bene. Sarà per l’impatto che ha avuto nella società occidentale americana, sarà per l’età che avevo, sarà che stavo guardando il wrestling e ricordo di come all’improvviso interruppero la trasmissione per dare la notizia… ma ancora la ricordo. E probabilmente anche tu. E probabilmente la maggior parte della popolazione mondiale. Ma probabilmente col tempo svanirà ugualmente, e comunque, non appena qualcos’altro succederà. Così come sono svanite o stanno svanendo le date per ricordare l’olocausto degli Ebrei, l’olocausto degli Armeni, la diga tossica in Brasile nel 2015, il genocidio in Russia, in Cina, in Indonesia, in Cambogia, in Africa, in Korea del Nord, in Haiti… Troppo? Ok! Abbassiamo l’intensità… L’isola di spazzatura visibile dai satelliti nel cuore del Pacifico, Fukushima, la terra dei fuochi, tutte le acque inquinate dal petrolio, Chernobyl, la guerra in Afghanistan e in Iraq, le guerre silenziose che continuano ad esserci ma che non fanno notizia… e noi cazzo siamo preoccupati a fare una bella foto al cappuccino che ha la forma del cuore sopra, per poterla postare su Instagram. E non c’è niente di male eh, prego, continua pure. Soltanto pensavo, così tra me e me, a quanto ridicoli siamo diventati. Non che dovremmo piangere tutto il tempo, no. Non sto dicendo quello. Quello che sto cercando di dire è che dovremmo davvero ricominciare a vivere, piuttosto che stare a sentire un mondo che ci vuole consumatori e che continua a inculcarci idee sull’auto miglioramento, sulla crescita personale, sul segreto della felicità e del successo. Davvero non vediamo che è la stessa bocca che ci inculca il fatto che non siamo mai abbastanza? Davvero non vediamo che è la stessa bocca che ci inculca il sentirci inadeguati in primo luogo? Davvero?!

Ma non ci pensare ora! Che è sabato!

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