Le mani sono ferme su questa tastiera mentre respiro e la mente mia si chiede: perché ci siamo innamorati di tutte le cose della vita che distruggono l’uomo? Qui, seduto in riva a un fosso mentre guardo giù. Come sarebbe facile saltare, penso. Basterebbe muovermi un attimo qui, seduto su questo sgabello in riva a un fosso mentre guardo giù. Basterebbe una spinta del corpo portando il petto in avanti. Come quando ti svegli cadendo da un sogno, penso… forse mi sveglierei cadendo così nella realtà.
La scorsa notte ho sognato una donna. Una ragazza: bionda, bella. Ero in strada provando a scattare una fotografia ed ero completamente perso nello schermo. Così perso e concentrato sull’obiettivo in lontananza per quello scatto, che non l’avevo vista arrivare nemmeno da quei 5 pollici in fondo… piccola sul lato destro in basso. Poi meno piccola… poi più grande… fino a che un’ombra ha coperto la visuale della camera e mi ha baciato. Ho portato la testa via dallo schermo, rientrando in me. Sorpreso, la guardo chiedendomi perché lo abbia fatto. Lei capisce il mio stupore e allora mi chiede: “non ti ricordi? non ti ricordi di me?”
Ci penso su un attimo e in un istante, a poco poco, ogni ricordo riaffiora. “Si. Si mi ricordo… hey.”
La inseguo a passo svelto mentre si allontana. “Aspetta, aspetta.”
I ricordi continuano a riaffiorare. La Lithuania. O forse Modena. Lei. L’avventura di un giorno. Il divertimento provato insieme. Il ridere. Eravamo piccoli, adolescenti forse. Non c’erano ancora i telefoni (o comunque non tutti li avevano) e internet non lo usavamo. Sapevamo che non ci saremmo rivisti più ma in quel momento, coi ricordi che tornavano, in qualche modo, ho capito che siamo rimasti entrambi feriti dall’esserci persi di vista. Così feriti che lei ancora ce l’aveva con me.
“Aspetta!”
La raggiungo. Cerco di abbracciarla come prima cosa per farla calmare ma lei mi respinge e a quel punto le sue amiche le vengono in soccorso.
“Cosa?”, le dico. Non capisco.
Un ragazzo anche si avvicina e le va incontro. È il fidanzato. Che mi fa un brutto cenno chiudendo la mano a pugno.
“Non sapevo fossi fidanzata. Scusami.” Dico a lei… rivolgendomi anche a lui. “Scusa. Vado via.”
E mi allontano ritornando nel passato a quella giornata così bella che ho avuto…
Poi ho aperto gli occhi…
e ora mi manca lei. Dov’è che sei? Torna a baciarmi che parliamo un po’.