9 Settembre 2021

Diario Aperto - Paolo Cuciniello - Storie e Riflessioni

Stamattina non ho fatto nessuna delle cose che faccio di solito; non mi sono allenato, non ho meditato, non ho letto, non ho preparato la colazione, non ho preparato il caffè, non mi sono neanche svegliato alle 4.30, ora che ci penso. Mi sono svegliato intorno alle 3.30 la prima volta, già riposato. Col senno di poi sarei dovuto restare sveglio da allora ma non l’ho fatto, sono ritornato a dormire. Ho riaperto gli occhi alle 4.30, poi alle 5, poi alle 6 e poi alle 6.30 quando ho finalmente deciso di alzarmi. Mi sono sentito più stanco in questo ciclo di aprire e chiudere gli occhi che quando mi sono alzato la prima volta alle 3.30. È uno di quegli errori che faccio quando quella sensazione mi prende… quale? Non ne ho idea! Quella sensazione di “noia”, di “chi me lo fa fare”, di “stanchezza” … di scuse. Perché alla fine quello sono, scuse. Ma va bene. Ho sempre detto che non credo in una vita lunga ma larga, e con quello intendo anche questo; che preferisco e credo più agli alti e ai bassi piuttosto che a una diritta linea lunga. È così. E sorrido adesso, pensando a come la risposta a una domanda che mi è stata fatta ieri, mi sta arrivando soltanto ora (in testa). Come fai? Mi è stato chiesto. “Come fai a fare le cose che fai? Svegliarti presto, meditare, allenarti, leggere, scrivere, fare le cose che devi fare nella giornata, allenarti di nuovo, avere tempo per gli amici, avere tempo per la famiglia, avere tempo per le vacanze, avere tempo per pubblicare libri… come fai?”.

Considerando come è andata stamattina direi che questa persona mi ha preso “a occhi”! Che per chi mi sta leggendo da fuori la regione Campania non so se ha senso questa espressione ma non saprei come dirla in italiano, per cui mi scuso in anticipo ma dovete andare cercarla online :p  – cosa vuol dire prendere a occhi –

Come fai?

La verità? Sarebbe bello dirti che è la passione, la motivazione della vita, il fuoco dentro, il successo del pensare positivo, il segreto, il circondarsi di persone sorridenti, di ambienti favorevoli, di sorrisi sotto al cielo blu e bla bla bla… ma in realtà no. In realtà non è così. Certo, tutte quelle cose aiutano, ma alla fine poi cos’è che resta? Alla fine poi, chi è che resta?

Tu.

Con i tuoi alti e bassi. Con i momenti di successo, felice, e con i momenti di merda, a pezzi. Con i momenti “up”, eccitato, e con i momenti “down”, annoiato e stanco a morte. Per cui come fare?

Accettando.

Accettando non solo i momenti up ma anche e soprattutto i momenti down. Ricalibrando le tue giornate in base a quello. Sei “su”? Conquista tutto quello che puoi. Sei “giù”? Ricalibra, non pensare a ieri, e conquista piccole cose oggi. Una pagina di diario, in questo caso per me, è sufficiente. Evitare il dolce a pranzo magari, un’altra conquista. Fare una telefonata, una sola, in più, al lavoro, altra conquista. 15 min di corsa in palestra stasera? Tanto meglio. Anche solo una passeggiata stasera con tua moglie/tuo marito/col tuo cane? Perfetto! Chiudere il telefono prima stasera così riposo meglio e mi sveglio più fresco domani? Deal! Affare fatto! Piccole conquiste nei giorni di merda. Piccole conquiste nei giorni di noia e di scuse… accettandoli quei giorni… perché ci sono. Ecco come faccio.

“Show up” si dice in inglese. Show up and keep showing up. When you feel like it and when you don’t feel like it… especially when you don’t feel like it, aggiungerei.

Non so come tradurlo in italiano. “Showing up”; apparire, presentarsi, esserci, entrare in gioco, entrare in azione, agire, fare qualcosa… quando te la senti di farla ma specialmente, e “soprattuttamente”, quando non te la senti. Ecco come farai.

alla fine le giornate di merda contano più di quel che immaginiamo.

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