14 Gennaio 2022

Diario Aperto - Paolo Cuciniello - Storie e Riflessioni

Pensavo a come, per quanto vogliamo, non riusciremo mai ad esprimere o a scrivere davvero ciò che proviamo, davvero ciò che sentiamo. Come racchiudere -il tutto- in limitate parole? Come contenere tutto questo, in queste ventisei piccole lettere? Come la scriviamo l’emozione più bella che sentiamo? Come la descriviamo? Come la scriviamo la paura più profonda? Come la esprimiamo? Come scriviamo il silenzio che fa bene? Come lo scriviamo il silenzio che fa male? Possiamo provarci e quello è quanto basta. Possiamo provarci e quello è ciò che ci deve bastare. Una parola in più scritta ed è un casino, tutto si confonde. Una parola in meno usata e si perde il senso. Una punteggiatura malmessa e il pregiudizio ci precede. Una pausa non voluta e il pensiero vola via. E poi c’è anche il tempo, di mezzo. Il tempo. Che non esiste ma che detta leggi. Che non esiste ma che solo se c’è, ci prendiamo cura di leggere (ascoltare) quello che qualcuno, usando tutto il suo tempo, ha scritto (detto) in quelle pagine.

Pensa l’ironia.

Solo a tempo perso leggiamo ciò che qualcuno ha scritto su tutto ciò che è il suo mondo.


Pensavo a come, alla fine, io scrivo prima per me.

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