8 Aprile 2022

Diario Aperto - Paolo Cuciniello - Storie e Riflessioni

Ho appena finito di leggere il libro “Eat That Frog” di Brian Tracy (e per sapere cos’altro sto leggendo quest’anno clicca qui). Mi è piaciuto. È un libro piccolo, compatto, diviso in piccoli capitoli che ti portano a non fermarti di leggerlo finché non lo finisci. È un libro che presenta ventuno “vie” per smettere di procrastinare. Non che io sia una persona che procrastina in generale ma in questo periodo avevo bisogno di motivazione e devo dire che in questa lettura l’ho trovata. Ovviamente lui è un Dio! Chairman, CEO, bestselling author, leader di seminari, “oratore”, criceto e grifondoro! Però quello che dice tocca un po’ un tutti. Anche se non sono troppo d’accordo sull’organizzarsi le giornate così tanto. Non l’ho mai trovato soddisfacente farlo giorno per giorno. A volte sì, mi aiuta, devo essere onesto, (e ricordo anche di aver condiviso qui sul diario con voi com’è che lo faccio) ma altre volte mi frustra soltanto. Sarà che la mia agenda non è piena come la sua. D’altronde, se sono in ufficio per otto ore al giorno, quello che c’è da fare lo faccio. Non ho bisogno di scrivermi: stampare documenti, prendere documenti, firmare documenti, scrivere email, mandare email, fare caffè, flirtare con la collega, mandare fotine sexy alla fan in Italia, rispondere all’email, mandare preventivi, trovare altri modi di moltiplicare sti soldi, mandare cuoricino alla moglie, pranzare, ecc. ecc. Sì, definitivamente la mia agenda non è piena come la sua. (O forse anche questi grandi leader oratori un po’ se la menano, eh! Chissà!) Ad ogni modo bel libro. Mi ha motivato e mi ha fatto rendere conto di quanto le notifiche del cellulare ci distraggono. Sembra una fesseria ma anche il solo bip di un messaggio, con la notifica che compare sullo schermo che si illumina, diminuisce il nostro grado di attenzione. E a lungo andare questo si somma e, appunto, fa la differenza su chi poi diventeremo. E mi viene da sorridere ora, mentre scrivo, perché ho appena ricordato che quando eravamo piccoli ed andavamo a scuola, ogni anno, venivano dei dottori in aula a dirci come le droghe in età preadolescenziale diminuiscono il grado di attenzione che, negli anni, si sarebbe sommato dandoci dei problemi di attenzione più seri quando poi saremmo diventati adulti. Ed ora che siamo adulti abbiamo i cellulari e la tecnologia! Praticamente c’è sempre una droga, sta a noi scegliere quale usare. Anzi, sta a noi scegliere da quale farsi usare. Perché se davvero fossimo noi a usarla avremmo molto più controllo di certo… su noi stessi e sulle nostre vite. E chissà, magari, non saremmo zombie in metropolitana la mattina ma essere umani che si sorridono e si augurano buongiorno.

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