16 Maggio 2022 – Rompere Promesse

Diario Aperto - Paolo Cuciniello - Storie e Riflessioni

Ecco un’altra mattina dal cielo chiaro e dall’aria pulita ed ecco un altro Paolo seduto a pensare che dovrebbe andare a correre e non lo fa. Ultimamente mi ritrovo spesso così. Soltanto a pensare che dovrei agire mentre arriva sera e un altro giorno passa. In mia difesa però, mi dico, comunque mi alleno in casa e vado al parco a leggere.

Quante scuse che ci diciamo da soli, ah? Ti capita mai o sono l’unico?

E oramai lo so che ogni scusa che ci creiamo, ogni cosa che non facciamo ma che sappiamo dovremmo, rompe ogni volta qualcosa in noi che non si riaggiusterà più. Rompe ogni volta qualcosa in noi che ci rende sempre un po’ più lontani dalla versione di noi stessi che vorremmo essere. Ha senso quello che ho detto? Quello che intendo è che anche noi abbiamo una propria “integrità” ai nostri occhi. Ci sforziamo così tanto di non rompere una promessa fatta a un bambino o ad un amico eppure non ci pensiamo due volte a rompere quelle fatte a noi stessi. Oggi andrò a correre, stasera andrò in palestra, in pausa pranzo chiamerò mia madre, a cena chiamerò mia nonna, oggi pomeriggio non mangerò alcuno snack, domani digiunerò, domenica andrò a messa, la settimana prossima inizierò il fioretto, da domani non mangerò più dolci, da lunedì avrò un attitudine più positiva, da settembre cambierò vita, questa sigaretta è l’ultima, questa birra e poi torno a casa, devo smetterla con le persone che non valorizzano la mia persona, devo cambiare amicizie, domani comincerò quel libro, domani finirò quell’altro. Davvero credi che tutte quelle promesse non mantenute, (tutte quelle volte che è successo da che hai memoria), non abbiano in qualche modo influenzato il pensiero di te stesso che hai? Anche solo nel subconscio… anzi, forse specialmente nel subconscio. Perché poi siamo bravi a trovarci e dirci delle scuse, appunto. Non vado a correre ma faccio dieci flessioni. Non vado in palestra ma va bene perché oggi sono stanco. Non chiamo mia madre ma è ok perché se non stava bene mi avrebbe chiamato lei. Non chiamo nonna stasera, l’ho già sentita a Pasqua. Non posso digiunare domani, fa troppo caldo. A messa ci vado la settimana prossima, c’è vento oggi. È il compleanno di mio cugino, non posso smettere di fumare e bere proprio stasera. Settembre non è iniziato come volevo, cambierò vita da Natale. Promesso!

A questo proposito ne parlavo con un amico di recente. Mi ha confidato che crede di avere una dipendenza dal cellulare. Gli ho detto che più persone di quanto immagina ce l’hanno ma che poche lo ammettono. Mi ha confidato che comincia a usarlo da appena sveglio, neanche apre gli occhi al mattino e già lo prende per controllare i messaggi. Poi passa a Instagram. Poi passa a rispondere su WhatsApp. Poi ritorna su Instagram per ricontrollare le notifiche e i likes. Poi scorre i feed. Poi però si alza e va in bagno… col telefono in mano. Mentre fa la pupu controlla Facebook e da il buongiorno alla fidanzata. Poi però lo posa perché deve lavarsi. Ma durante la colazione c’è sempre qualcosa che deve controllare e allora… e così via durante il resto della giornata. A lavoro e poi la sera. Mi ha detto che ha provato più e più volte a smettere ma che non ci riesce. Però ora lo usa di meno, dice. (E questa già mi sa tanto di scusa). È stato difficile rispondergli. È stato difficile perché anch’io ho le mie dipendenze, so che vuol dire. Sono vent’anni che mi dico che non devo bere da solo mentre sto aprendo una bottiglia di vino seduto al tavolo da solo. Allora gli ho detto che potrebbe quanto meno essere “aware” (che in italiano dovrebbe significare cosciente) quando sente che deve prenderlo. Di contare fino a dieci prima di chiedersi se è davvero necessario. Poi di aspettare ancora un po’. Di aspettare ancora un po’ perché poi l’impulso passa. Fidati che passa. Perché non crolla il mondo se non vedi ora chi ti ha messo like. Perché non muore nessuno se non ti distrai da quello che stai facendo perché il telefono si è illuminato. Che “qualcuno potrebbe avere bisogno” è soltanto un’altra scusa che ci diciamo. Nessuno ha davvero bisogno di te. Nessuno ha davvero bisogno di noi, per telefono. Se il capo ha bisogno di te ti chiama non ti scrive. Se mamma è morta ti chiamano non ti scrivono. Se la ragazza… beh! Le foto hot della ragazza arrivano per messaggio, è vero. Ma anche lì, se è la tua ragazza sa che sei impegnato e che giocherete quando poi leggeraiL’attesa del piacere è anch’essa parte del piacere, si dice, no? Per cui davvero. Controllati quando senti che devi prendere il telefono. Controllati e non farlo. Solo così alleni quel muscolo, solo così la forza di volontà aumenta, solo così resti integro non rompendo quelle promesse fatte a te stesso. Solo così puoi amarti un po’ di più anche oggi. 

Non ci credi? Provaci. Provaci e mi dirai. 

Nel frattempo apro un’altra bottiglia!

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