17 Giugno 2022

Diario Aperto - Paolo Cuciniello - Storie e Riflessioni

Di recente sono tornato in fissa con lo shopping. Mi è ripresa quella voglia, quella dipendenza dal volere, volere una cosa in più. Lunedì era una collana di diamanti per Coral, martedì Fendace, mercoledì un orologio francese, ieri delle scarpe che indossavo da piccolo e che hanno rimesso in commercio, oggi sono delle scarpe per la palestra super comode (a detta del commesso) che sto pensando di comprare anche se le palestre sono ancora chiuse e chissà quando riapriranno! Come se fino a ieri (che ancora erano aperte) andavo scalzo, poi. 

Davvero, a volte, nient’altro siamo che bambini che solo vogliono un giro in più di giostra o delle caramelle al bancone della cassa del supermercato. Cosa ci differenzia? Lo schiaffo sulla mano dalla mamma che ci dice no. Perché qui non c’è mamma e se lo schiaffo non ce lo diamo da soli dove va a finire il bello dell’attesa? Il bello dell’aspettare, il bello del desiderare, il bello del capire il vero valore delle cose. Il bello del capire che dovremmo esser più che semplici consumatori. Ho scritto di recente in un post su Instagram:

“Piangevo perché volevo le scarpe poi ho visto un bimbo senza piedi.”

Com’è che ce lo dimentichiamo che esistono? Com’è che non ci dormiamo la notte over stupid things che vogliamo? Eppure moriremmo di diabete se nient’altro mangiassimo che cioccolata. Eppure non staremmo affatto comfortable nella nostra pelle se ogni sera cenassimo hamburgers in un fast food. Eppure non farebbe bene né al matrimonio né a noi stessi scoparsi ogni cosa che si muove…

Mi viene in mente la parola disciplina, ora. 

Disciplina

La disciplina del decidere di mangiare buon cibo quando abbiamo attorno tante altre opzioni che ci tentano. 

La disciplina di dire no quando quelli attorno a noi decidono di essere “nella media.” 

La disciplina di continuare quando fa male 

perché la vita, da che mondo è mondo, non ci ha mai dato quello che vogliamo ma soltanto quello che ci meritiamo. E spesso anche meno. E se non abbiamo lavorato per esso, se non ci siamo mai sacrificati, se non abbiamo dato tutto noi stessi come potremmo mai ottenerlo? 

Se non corriamo come li perdiamo quei kili in più? Se non facciamo gli straordinari, se non troviamo una soluzione alternativa come ce le paghiamo le vacanze? Se non le diciamo che l’amiamo, di tanto in tanto, come nostra moglie dovrebbe ricordarsene? Se non connettiamo con nostro figlio come potremmo mai conoscerlo meglio? 

Da che mondo è mondo, se si vuole salire in alto, si deve prendere la strada in salita. 
O rotolare giù.

La scelta è nostra.

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